Acomys dimidiatus

Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Topo spinoso orientale
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseMammalia
SuperordineEuarchontoglires
OrdineRodentia
SottordineMyomorpha
SuperfamigliaMuroidea
FamigliaMuridae
SottofamigliaDeomyinae
GenereAcomys
SpecieA.dimidiatus
Nomenclatura binomiale
Acomys dimidiatus
Cretzschmar, 1826
Sinonimi

Mus hispidus, Mus megalotis

Il topo spinoso orientale (Acomys dimidiatus Cretzschmar, 1826) è un roditore della famiglia dei Muridi diffuso nel Medio Oriente.[1][2]

Descrizione

Dimensioni

Roditore di piccole dimensioni, con la lunghezza della testa e del corpo tra 95 e 124 mm, la lunghezza della coda tra 93 e 122 mm, la lunghezza del piede tra 18 e 20 mm, la lunghezza delle orecchie tra 15 e 26 mm e un peso fino a 45 g.[3]

Aspetto

Le parti dorsali sono arancioni-rossastre, cosparse di peli spinosi grigio-brunastri, mentre le parti ventrali sono bianche. La linea di demarcazione lungo i fianchi è netta. Il muso è appuntito. La coda è più corta della testa e del corpo, marrone chiara sopra, bianca sotto. Il cariotipo è 2n=38 FN=70.

Biologia

Comportamento

È una specie terricola, notturna e crepuscolare. Si rifugia tra le rocca e talvolta in tane scavate da altri roditori.

Alimentazione

Si nutre di granaglie e anche di lumache.

Distribuzione e habitat

Questa specie è diffusa nel Medio Oriente, dalla Penisola del Sinai e Israele, Penisola Arabica fino al Pakistan meridionale.

Vive nelle zone rocciose, nelle steppe aride e nei deserti con vegetazione abbondante tra 300 e 1.200 metri di altitudine. In Egitto si trova spesso nelle abitazioni e in aree agricole.

Tassonomia

Sono state riconosciute 5 sottospecie:

Conservazione

La IUCN Red List, considerato il vasto areale, la tolleranza a un vasto tipo di habitat e la popolazione numerosa, classifica A.dimidiatus come specie a rischio minimo (Least Concern).[1]

Note

  1. ^ a b c (EN) Amr, Z., Shenbrot, G. & Molur, S. 2008, Acomys dimidiatus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Acomys dimidiatus, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  3. ^ Aulagnier & Al., 2011.

Bibliografia

  • Henry W.Setzer, Mammals of the Anglo-Egyptian Sudan, in Proceedings of the United States National Museum, vol. 106, 1956, pp. 447-587.
  • J.R.Ellerman & T.C.s.Morrison-Scott, Checklist of Paleartic and Indian Mammals 1758-1946, Natural History Museum, London, 1966.
  • Stephan Aulagnier & Al., Guide des mammiferes d'Europe, d'Afrique du Nord et du Moyen-Orient, Delachaux & Niestlé SA, Parigi, 2011, ISBN 978-88-89999-70-7.

Altri progetti

Altri progetti

  • Wikimedia Commons
  • Wikispecies
  • Collabora a Wikimedia Commons Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Acomys dimidiatus
  • Collabora a Wikispecies Wikispecies contiene informazioni su Acomys dimidiatus
  Portale Mammiferi: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di mammiferi