Elefante nano

Scheletro di elefante nano di Creta

Gli elefanti nani sono membri preistorici dell'ordine Proboscidea, che, tramite il processo di speciazione allopatrica, sono andati evolvendosi riducendo la taglia rispetto alla specie da cui si sono originati. Resti fossili di elefanti nani sono stati rinvenuti su varie isole del Mediterraneo: Cipro, Malta, Creta, Sicilia, Sardegna, Dodecaneso, Cicladi. Al di fuori del Mediterraneo, resti di elefanti nani sono stati rinvenuti a Flores, Sulawesi, Timor ed altre piccole isole della Sonda.

Mediterraneo

Coppia di scheletri di Elephas falconeri siciliani

Durante il Pleistocene, le isole del Mediterraneo ospitavano numerose specie di elefanti, generalmente ascritte al sottogenere Palaeoloxodon, derivate dalla specie continentale Elephas antiquus. Fa eccezione il mammut nano sardo (Mammuthus lamarmorae) che era l'unico elefante endemico del Mediterraneo appartenente alla famiglia dei mammut, anche se ricerche sul DNA[senza fonte] hanno messo in luce una possibile appartenenza a questo gruppo anche per l'Elephas creticus; tali ricerche sono state smentite però nel 2007.

Durante i periodi di abbassamento del livello del mare, corrispondenti alle glaciazioni, le isole potevano agevolmente venire colonizzate nuovamente da elefanti provenienti dal continente, dando vita a sempre nuove specie (o sottospecie) anche sulla medesima isola. I vari elefanti nani differivano tassonomicamente anche da isola a isola, come ad esempio nell'arcipelago delle Cicladi.

Sardegna

Sicilia e Malta

Frammento fossile di zanna di Palaeoloxodon falconeri ritrovato a Torregrotta nel 2001[1]

Creta

  • Palaeoloxodon creticus (Bate, 1907)
  • Palaeoloxodon creutzburgi (Kyuss, 1965)
  • Palaeoloxodon chaniensis (Symeonides et al., 2001)

Oltre al tentativo di ascrivere Elephas creticus al genere Mammuthus (come già fatto nel 1907 da Bate), è stato proposto di considerare le tre specie come sottospecie di Palaeoloxodon antiquus, ma studi recenti hanno evidenziato l'infondatezza di tale proposta.

Cipro

Cicladi

Resti fossili di elefanti nani sono stati scoperti sulle isole di Delos, Naxos, Kythnos, Serifos e Milos. L'elefante di Delos era simile ad un piccolo Palaeoloxodon antiquus, mentre l'elefante di Naxos aveva taglia comparabile a Palaeoloxodon melitensis. Le specie ritrovate sulle rimanenti isole non sono ancora state descritte scientificamente.

Dodecaneso

A Rodi sono stati rinvenuti resti di un elefante nano molto simile a Palaeoloxodon mnaidriensis.
Due giacimenti di resti di elefante nano sono stati scoperti sull'isola di Tilos: sono molto simili come taglia a Palaeoloxodon mnaidriensis e Palaeoloxodon falconeri, ma entrambi i gruppi presentano dimorfismo sessuale.
Palaeoloxodon tiliensis (elefante di Tilos) fu probabilmente l'ultimo elefante nano del mediterraneo ad estinguersi, alla fine del Neolitico o anche poco dopo; recenti datazioni fanno propendere per il 2.000 a.C. circa.

Altre isole

Channel Islands, California

Il mammut columbiano, alla fine del Pleistocene, era presente nel suo areale in varie popolazioni sparpagliate: una di queste, attorno ai 40.000 anni fa (anche se il periodo preciso non è ben noto), raggiunse a nuoto l'isola di Santa Rosae (le attuali Northern Channel Islands). Sull'isola, la necessità di sopravvivere costrinse i mammut a diminuire la propria taglia col tempo, dando vita ad una nuova specie, il mammut pigmeo.

Isola di Wrangel

Durante l'ultima era glaciale, i mammut lanosi raggiunsero l'isola di Wrangel, allora unita alla Siberia dai ghiacciai. 12.000 anni fa, l'isola tornò tale, spingendo i mammut a ridurre le proprie dimensioni per sopravvivere con risorse più limitate, dando vita al mammut nano. Tuttavia, molti studiosi sono d'accordo[senza fonte] nel non considerare questi animali come specie a sé stante, ma piuttosto come sottospecie (o addirittura razza geografica) del mammut lanoso.

Indonesia

  • Flores: all'inizio del Pleistocene su quest'isola viveva la specie Stegodon sondaarii, che però si estinse improvvisamente circa 840.000 anni fa.

Il suo posto venne preso dallo Stegodon florensis, una specie di maggiori dimensioni e strettamente imparentata con Stegodon trigonocephalus, diffuso anche a Giava e nella regione biogeografica della Wallacea.

  • Sulawesi: lo Stegodon sompoensis visse su quest'isola durante il Pleistocene. Misurava al massimo 1,5 m al garrese.

Note

  1. ^ Alessandro Asinara, Antonella Cinzia Marra, Paolo Pino, L’elefante preistorico di Torregrotta, in Torregrotta Notizie, Comune di Torregrotta, - giugno 2001, p. 6.

Bibliografia

  • (EN) Palombo MR, Endemic elephants of the Mediterranean Islands: knowledge, problems and perspectives (PDF), in The World of Elephants - International Congress, Rome, 2001. URL consultato il 10 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 31 marzo 2012).
  • (EN) Shoshani J., Ferretti M.P., Lister A.M., Agenbroad L.D., Saegusa H., Mol D., Takahashi K., Relationships within the Elephantinae using hyoid characters, in Quaternary International, vol. 169-170, 2007, p. 174, DOI:10.1016/j.quaint.2007.02.003.
  • (EN) Marra A.C., Evolution of Endemic Species, Ecological Interactions and Geographical Changes in an Insular Environment: A Case Study of Quaternary Mammals of Sicily (Italy, EU), su mdpi.com, 2013.
  • (EN) Romano M., Manucci F., Palombo M.R., The smallest of the largest: new volumetric body mass estimate and in-vivo restoration of the dwarf elephant Palaeoloxodon ex gr. P. falconeri from Spinagallo Cave (Sicily), in Historical Biology, 2019, DOI:10.1080/08912963.2019.1617289.
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  • (EN) Sen S., Barrier E., Crété X., Late Pleistocene dwarf elephants from the Aegean islands of Kassos and Dilos, Greece, in Annales Zoologici Fennici, vol. 51, 2014, p. 27, DOI:10.5735/086.051.0204.

Voci correlate

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