Giardino Pacini

Giardino Pacini
La fontana al centro della villa Pacini.
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàCatania
Caratteristiche
Tipogiardino pubblico
GestoreComune di Catania
Ingressivia beato Cardinale Giuseppe Benedetto Dusmet, 18-42; via Jonica, dopo il 2
Realizzazione
ProprietarioComune di Catania
Mappa di localizzazione
Map
Modifica dati su Wikidata · Manuale
Coordinate: 37°30′05.2″N 15°05′16.8″E / 37.501444°N 15.088°E37.501444; 15.088

Il giardino Pacini è uno dei due giardini più antichi della città e uno dei quattro parchi principali di Catania.[1] Sorge sotto gli archi della Marina (sul cui viadotto passa il binario della ferrovia), nei pressi del porto e dell'antica porta Uzeda. È sempre accessibile durante il giorno e presenta un'area giochi per bambini.

Il giardino è soprannominato dai catanesi Villa 'ê varagghi ("Villa degli sbadigli") in quanto meta soprattutto di persone anziane che vi si recavano per rilassarsi e "sbadigliare".[nb 1] E' dedicata al compositore operistico nato a Catania nel 1796 Giovanni Pacini.

Storia

La sua nascita risale ai primi tempi dell'Unità d'Italia quando venne riordinata l'area adiacente alle mura e la porta Uzeda nell'area interessata dalla foce del fiume Amenano ove le lavandaie catanesi lavavano i panni; venne realizzata una villetta con passeggiata a mare e riordinato il lavatoio, di cui oggi restano alcune tracce visibili di fronte alla pescheria.
Nel 1866 iniziarono i lavori di costruzione della ferrovia per Siracusa con la costruzione dei contestati Archi della Marina, il lungo viadotto che sottrasse parecchio spazio al giardino e cancellò la passeggiata a mare.
Nel 1879 la villetta ebbe finalmente un nome: quello del musicista e compositore catanese Giovanni Pacini, scomparso poco più di un decennio prima, il cui busto in marmo bianco venne posto su di un piedistallo all'ingresso. L'opera era dello scultore Giovanni Duprè.[2]

All'inizio degli anni trenta allo scopo di potenziare il Porto di Catania venne interrato il vecchio porto saraceno e canalizzata la foce del fiume Amenano realizzando il nuovo grande molo Crispi. Con tale operazione la villetta perse la sua "ariosità" trovandosi incassata tra il viadotto della ferrovia e le recinzioni del porto. Un ulteriore mutilazione si ebbe nel dopoguerra quando venne realizzato il mercato ortofrutticolo tagliando un'ampia sezione di alberi e realizzandovi la cosiddetta Piazza Alcalà (più recentemente rinominata piazza Borsellino) e intorno agli anni sessanta quando venne raddoppiato il binario della ferrovia raddoppiando quindi l'area occupata dalle arcate del viadotto.

Note

  1. ^ Varagghiu è la variante catanese del siciliano badagghiu, derivato dalla stessa radice latina volgare che ha prodotto l'italiano sbadiglio.

Riferimenti

  1. ^ VILLA PACINI | Luogo FAI, su fondoambiente.it, Fondo Ambiente Italiano. URL consultato il 21 maggio 2023.
  2. ^ Simona Russo, Per tutti è "Villa degli sbadigli": il giardino di Catania da cui si vede il fiume fantasma, su Balarm.it, 19 maggio 2021. URL consultato il 21 maggio 2023.

Bibliografia

  • Maria Teresa Di Blasi e Concetta Greco Lanza, Il Cicerone. Storia, itinerari, leggende di Catania, 2ª ed., Catania, Edizioni Greco, 2007, ISBN 978-88-7512-060-3.

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