Insegne militari romane

Esempi di insegne romane
Esempi di insegne romane / [A. Racinet]

Le insegne militari romane erano stendardi per distinguere le varie unità di fanteria e cavalleria dell'esercito romano. Venivano utilizzate per costituire un punto fermo per le truppe in marcia, svolgendo anche un importante ruolo nella trasmissione di informazioni sul campo di battaglia.

Storia

Ripresa dalla tradizione etrusca, essa era composta da un'asta di legno o di metallo, e all'estremità più alta era presente un drappo, solitamente purpureo, e, più in alto, una piccola statua di un animale, in genere di metallo, che raffigurava l'emblema della compagnia. In essa erano di solito raffigurati animali predatori come aquile, leoni, pantere. Sesto Pompeo Festo, lessicografo e grammatico romano del II sec. d.C., scriveva che, nei passati tempi repubblicani, nell'ordine di importanza degli animali raffigurati nelle insegne militari al quinto posto c'era la scrofa, perché allora, quando si firmava la pace con il nemico, si usava uccidere una scrofa e banchettarne con lui. [1]

L'insegna era l'emblema della legione romana e veniva protetto perché non cadesse in mani nemiche: la sua perdita o distruzione simboleggiava infatti la disfatta della legione.

Tipologie

Lo stesso argomento in dettaglio: Elenco di legioni romane.

Vi erano poi insegne specifiche per meglio definire le singole unità militari:

  • il simbolo che differenziava ciascuna legione dalle altre, come ad esempio il toro nel caso delle legioni I Augusta, I Germanica, I Italica,[2] III Gallica,[3] III Parthica, IIII Macedonica, V Macedonica, VI Ferrata, VI Victrix, VII Claudia Pia Fidelis, VIII Augusta, X Fretensis, X Gemina; oltre a numerosi altri simboli come l'aquila, Apollo, l'ariete, il capricorno, il centauro, la cicogna, il cinghiale, l'Elefante, Ercole, la dea Fortuna, il fulmine, il grifone, la lupa e gemelli, il leone, Marte, Minerva, Nettuno, il pegaso, ecc.
  • l'immagine dell'imperatore romano, portate dall'imaginifer;
  • il draco, utilizzato da reparti di cavalleria ausiliari e portato dal draconarius.

Note

  1. ^ Sesto Pompeo Festo, De verborum significatione. Parte I, p. 297. Budapest, 1889.
  2. ^ CIL III, 6230.
  3. ^ , BMC pg.274, 394.

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