Festival di Berlino 1980

Direttore d'orchestra del regista polacco Andrzej Wajda è uno dei film più apprezzati del festival di quest'anno.

La 30ª edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino si è svolta a Berlino dal 18 al 29 febbraio 1980, con lo Zoo Palast come sede principale.[1] Direttore del festival è stato per il primo anno Moritz de Hadeln.

L'Orso d'oro è stato assegnato ex aequo al film statunitense Heartland di Richard Pearce e al film tedesco Palermo o Wolfsburg di Werner Schroeter.

Le retrospettive di questa edizione sono state dedicate al cinema 3-D e al regista Billy Wilder.[2]

Storia

«Una storia di tre ore su un giovane immigrato siciliano che pugnala a morte due uomini è stato il più straordinario di tutti i contributi tedeschi... La Germania, un posto difficile da ravvivare quanto la Luna, un incubo. Questa è stata la sola decisione giusta e audace fatta dalla giuria internazionale.»

(Wolfram Schütte a proposito di Palermo o Wolfsburg di Werner Schroeter, Frankfurter Rundschau, 8 marzo 1980[3])

Al suo primo anno da direttore della Berlinale, Moritz de Hadeln si trovò ad affrontare l'eredità lasciata dall'edizione precedente, ovvero il boicottaggio dei Paesi socialisti come protesta per la presenza del film Il cacciatore di Michael Cimino, considerato un "insulto" al popolo vietnamita.[4] Era quindi necessario versare acqua sul fuoco e cercare la via migliore per far tornare i Paesi del blocco orientale al festival, un compito reso ancora più difficile dalla situazione geopolitica visto che gli stati occidentali stavano prendendo in considerazione il boicottaggio delle Olimpiadi di Mosca in risposta all'invasione sovietica dell'Afghanistan.[1]

Alla fine de Hadeln ci riuscì anche grazie all'aiuto di Horst Pehnert, giornalista e viceministro della cultura della Germania Est che negli anni successivi avrebbe continuato a fare da mediatore tra interessi artistici e diplomatici.[1] Alcuni eventi confermarono però la tensione del momento, a partire dalla richiesta da parte dell'Unione Sovietica di escludere dalla retrospettiva dedicata a Billy Wilder i film Uno, due, tre! e Ninotchka, co-sceneggiato da Wilder e ritenuto una pericolosa commedia ideologica.[1][7]

Gli altri riguardarono i film Die wunderbaren Jahre del dissidente della DDR Reiner Kunze e Marigolds in August, scritto e interpretato dal drammaturgo sudafricano Athol Fugard. Il primo fu escluso per motivi di qualità, scatenando le proteste di parte della stampa e dei Junge Liberale, organizzazione politicamente vicina all'FDP che parlò di "auto-censura" e distribuì opuscoli in cui affermava "Ci vergogniamo di questa vigliaccheria".[7] Il secondo portò di nuovo alla minaccia di boicottaggio da parte dell'URSS, che fece riferimento a una risoluzione delle Nazioni Unite che si opponeva alla cooperazione con il Sudafrica.[8] Il management del festival sottolineò che il film era contro la segregazione razziale e che il dramma di Fugard era stato mostrato senza alcuna obiezione nei Paesi socialisti. Fu organizzata una proiezione speciale per la delegazione sovietica che fortunatamente tornò sui suoi passi, alla condizione che fosse inserito nel programma e nella documentazione del festival senza l'indicazione del Paese di origine.[7] Alla fine Marigolds in August si aggiudicò il premio INTERFILM e Athol Fugard quello per il 30º anniversario della Berlinale.

La nuova direzione implementò diverse funzionalità nella struttura del festival, tra cui un maggior numero di registi, critici e produttori nel comitato consultivo e il miglioramento dei requisiti di selezione dei film destinati al Kinderfilmfest (in cui fu particolarmente apprezzato Jag Är Maria dello svedese Karsten Wedel). All'attore e attivista LGBT Manfred Salzgeber fu affidato lo sviluppo dell'Info-Schau (che sei anni dopo avrebbe dato origine alla sezione Panorama) nel quale fu proiettato tra gli altri Ratataplan dell'esordiente Maurizio Nichetti.[1] Proseguì inoltre la cooperazione tra la competizione e il Forum internazionale del giovane cinema,[1][9] che il consiglio di amministrazione riconobbe come partner alla pari, e la "tensione produttiva" tra le due sezioni diventò un marchio di qualità del festival. Nella sua relazione di chiusura, il direttore del Forum Ulrich Gregor scrisse che era stato positivo per registi e produttori che la Berlinale avesse messo a disposizione «due modalità completamente diverse di presentazione in termini di condizioni di proiezione e aspettative del pubblico».[1]

Tra i film in concorso che riscossero maggior successo ci furono quelli provenienti dall'Europa dell'Est, come Direttore d'orchestra di Andrzej Wajda (per il quale Andrzej Seweryn ricevette l'Orso d'argento per il miglior attore), Mosca non crede alle lacrime di Vladimir Men'šov e Solo Sunny di Konrad Wolf e Wolfgang Kohlhaase che ottenne tre riconoscimenti.[1] La scelta della giuria ritenuta più coraggiosa e anticonvenzionale fu comunque l'assegnazione dell'Orso d'oro a Palermo o Wolfsburg di Werner Schroeter, elogiato da pubblico e addetti ai lavori che mostrarono invece qualche perplessità riguardo all'altro vincitore, Heartland del regista statunitense Richard Pearce.[3]

Altro oggetto di dibattito fu la presenza di due film mostrati fuori concorso: Cruising di William Friedkin dette origine ad una polemica sullo sfruttamento superficiale e sensazionalista della comunità gay, mentre la co-produzione italo-americana Caligola di Tinto Brass fu liquidata come uno spettacolo di pura pornografia.[3]

Giuria internazionale

Selezione ufficiale

In concorso

Fuori concorso

Forum internazionale del giovane cinema

  • Amore di perdizione (Amor de Perdição), regia di Manoel de Oliveira (Portogallo)
  • Aulad el rih - Les enfants du vent, regia di Brahim Tsaki (Algeria, Francia)
  • Braços Cruzados, Máquinas Paradas, regia di Roberto Gervitz e Sergio Toledo (Brasile)
  • Chuvas de Verão, regia di Carlos Diegues (Brasile)
  • Il cineamatore (Amator), regia di Krzysztof Kieślowski (Polonia)
  • Correction, Please or How We Got Into pictures, regia di Noël Burch (Regno Unito)
  • Daughter Rite, regia di Michelle Citron (Stati Uniti)
  • Dos, regia di Álvaro del Amo (Spagna)
  • Dotek svetla, regia di Helena Trestíková (Cecoslovacchia)
  • Emily: Third Party Speculation, regia di Malcolm Le Grice (Regno Unito)
  • Ett anständigt liv, regia di Stefan Jarl (Svezia)
  • Etwas tut weh, regia di Recha Jungmann (Germania Ovest)
  • Four Shadows, regia di Larry Gottheim (Stati Uniti)
  • Grand Opera, regia di James Benning (Stati Uniti)
  • Hungerjahre, regia di Jutta Brückner (Germania Ovest)
  • Ija Ominira, regia di Ola Balogun (Nigeria)
  • Al Irs - La Noce, regia di Jalila Baccar, Mohammed Driss, Fadhel Jaibi, Fadhel Jaziri e Habib Masroukie (Tunisia)
  • Die Kinder aus Nr. 67, regia di Ursula Barthelmess e Werner Meyer (Germania Ovest)
  • A kis Valentinó, regia di András Jeles (Ungheria)
  • Kollegen, regia di Urs Graf (Svizzera)
  • Maratona d'autunno (Osennij marafon), regia di Georgij N. Danelija (Unione Sovietica)
  • Mourir à tue-tête, regia di Anne Claire Poirier (Canada)
  • My Survival as an Aboriginal, regia di Essie Coffey (Australia)
  • On Company Business, regia di Allan Francovich (Stati Uniti)
  • The Ortlieb Woman (Die Ortliebschen Frauen), regia di Luc Bondy (Germania Ovest)
  • Premier pas, regia di Mohamed Bouamari (Algeria)
  • Processo per stupro, film collettivo (Italia)
  • Pukuanipanan, regia di Arthur Lamothe e Rémi Savard (Canada)
  • I ribelli di Alvarado (Redes), regia di Emilio Gómez Muriel e Fred Zinnemann (Messico)
  • Schilten, regia di Beat Kuert (Svizzera)
  • Seitensprung, regia di Evelyn Schmidt (Germania Est)
  • Souterrain, regia di Rotraut Pape (Germania Ovest)
  • Strahlende Zukunft, regia di Suzanne Beyeler e Andreas Soschynski (Germania Ovest)
  • Street Corner Stories, regia di Warrington Hudlin (Stati Uniti)
  • The Tempest, regia di Derek Jarman (Gran Bretagna)
  • Thriller, regia di Sally Potter (Regno Unito)
  • Tudo bem, regia di Arnaldo Jabor (Brasile)
  • Was soll'n wir denn machen ohne den Tod, regia di Elfi Mikesch (Germania Ovest)
  • Wer keinen Mut zum Träumen hat, hat keine Kraft zu kämpfen, film collettivo (Germania Ovest)
  • The Whole Shootin' Match, regia di Eagle Pennell (Stati Uniti)

- Film di Klaus Wyborny

  • Pot-pourri aus "Östlich von keinem Westen", regia di Klaus Wyborny (Germania Ovest)
  • Sechs kleine Stücke auf Film, regia di Klaus Wyborny (Germania Ovest)
  • Unerreichbar Heimatlos, regia di Klaus Wyborny (Germania Ovest)

- Film di Marguerite Duras

  • Aurélia Steiner (Melbourne), regia di Marguerite Duras (Francia)
  • Aurélia Steiner (Vancouver), regia di Marguerite Duras (Francia)
  • Cesarée, regia di Marguerite Duras (Francia)
  • Les Mains négatives, regia di Marguerite Duras (Francia)

- Film del Massachusetts Institute of Technology

  • Just Blue, regia di Glorianna Davenport e Rachel M. Strickland (Stati Uniti)
  • Marv Cutler and the Little Prince of Rock, regia di Carolyn Swartz (Stati Uniti)
  • Mom, regia di Mark Rance (Stati Uniti)

- Film di Raúl Ruiz

  • Colloque de chiens, regia di Raúl Ruiz (Francia)
  • De grands événements et des gens ordinaires, regia di Raúl Ruiz (Francia)

- Film di Les Blank

Premi

Premi della giuria internazionale

Premi delle giurie indipendenti

  • Premio FIPRESCI: Solo Sunny di Wolfgang Kohlhaase e Konrad Wolf
    Premio FIPRESCI (Forum): ex aequo Hungerjahre di Jutta Brückner e On Company Business di Allan Francovich
  • Premio OCIC: Düşman di Zeki Ökten
    Raccomandazione: La danza del corvo di Markku Lehmuskallio
    Premio OCIC (Forum): Die Kinder aus Nr. 67 di Ursula Barthelmess e Werner Meyer
  • Premio INTERFILM Otto Dibelius:[13] Heartland di Richard Pearce e Marigolds in August di Ross Devenish
    Raccomandazione: La fiducia di István Szabó
    Raccomandazione (cortometraggi): Dotek svetla di Helena Trestíková
    Premio INTERFILM (Forum): Il cineamatore di Krzysztof Kieślowski
    Raccomandazioni (Forum): Maratona d'autunno di Georgij N. Danelija e Premier pas di Mohamed Bouamari

Premi dei lettori

Note

  1. ^ a b c d e f g h 30th Berlin International Film Festival - February 18–29, 1980, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 4 maggio 2017.
  2. ^ Retrospectives Since 1977, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 28 febbraio 2019.
  3. ^ a b c Jacobsen (2000), p. 281.
  4. ^ 29th Berlin International Film Festival - February 20–March 3, 1979, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 4 maggio 2017.
  5. ^ Festival di Berlino - Applausi durante Chiedo asilo, in La Stampa, 23 febbraio 1980.
  6. ^ Per Chiedo asilo "argento" a Berlino, in La Stampa, 1º marzo 1979.
  7. ^ a b c Jacobsen (2000), p. 278.
  8. ^ Jacobsen (2000), p. 277.
  9. ^ Forum Archiv - 1980, su arsenal-berlin.de, www.arsenal-berlin.de. URL consultato il 22 dicembre 2018.
  10. ^ Juries - 1980, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 23 giugno 2022.
  11. ^ Presentato al festival con il titolo Death Watch, vedi [1].
  12. ^ Presentato al festival con il titolo The Price of Survival, vedi [2].
  13. ^ 30th International Film Festival Berlin, su inter-film.org, www.inter-film.org. URL consultato il 22 dicembre 2018.

Bibliografia

  • (EN) Wolfgang Jacobsen, 50 Years Berlinale - Internationale Filmfestspiele Berlin, Filmmuseum Berlin - Deutsche Kinemathek, 2000, ISBN 9783875849066.

Collegamenti esterni

  • (ENDE) Sito ufficiale, su berlinale.de.
  • (EN) Berlin International Film Festival: 1980, su imdb.com.
  • (ENDE) Berlinale Forum 1980, su arsenal-berlin.de.
  • (ENDE) Premi INTERFILM 1980, su inter-film.org.
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